La biblioteca di Leonardo La biblioteca di Leonardo è uno degli aspetti meno conosciuti del laboratorio vinciano, si tratta infatti di una raccolta dispersa. Un solo volume è stato finora identificato: il trattato di architettura e ingegneria di Francesco di Giorgio Martini conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze sul quale Leonardo ha apposto dodici postille autografe. Di tutti gli altri testi è possibile ricostruire la fisionomia analizzando le molte indicazioni presenti nei codici vinciani (nomi di autori, titoli di opere, liste di libri, citazioni). La biblioteca virtuale raccoglie le digitalizzazioni di tutte le opere, selezionate nell'esemplare a stampa o manoscritto più vicino a quello citato, posseduto o utilizzato da Leonardo, e ne consente la consultazione in un unico ambiente di ricerca. Gli autori e i testi sono introdotti da schede descrittive elaborate da un'équipe internazionale di specialisti. Tutti i contenuti sono interrogabili con modalità di ricerca semplice ed avanzata e collegati direttamente alle pagine dei codici vinciani. La «Biblioteca di Leonardo» è uno strumento di ricerca e allo stesso tempo un mezzo di avvicinamento privilegiato allo straordinario mondo dello scienziato vinciano. Leonardo e i suoi libri Dopo l'iniziale formazione fiorentina, legata alla cultura popolare dei mercanti e delle botteghe di artisti, artigiani e ingegneri, Leonardo si avvicina con crescente interesse al mondo dei libri e della parola scritta, diventando un appassionato lettore. Alla fine della sua vita lo scienziato arriva a possedere quasi duecento volumi, un numero straordinario per un artista-ingegnere del Quattrocento: testi tecnici, scientifici, filosofici, ma anche letterari e religiosi, testimonianza di un ininterrotto dialogo con gli autori antichi e moderni o (come lui stesso li chiama) «altori». Quali sono le letture di Leonardo? Da ragazzo e da giovane, figlio di notaio (ser Piero) e nipote di mercante (nonno Antonio) si è formato in un ambiente in cui i libri e la scrittura sono del tutto familiari. Tra le sue prime letture figurano Dante e la Bibbia, la poesia epico-cavalleresca (il Morgante di Pulci), la poesia lirica (Petrarca), quella giocosa (Burchiello), le novelle, le facezie, le favole, le cronache e le storie. I suoi primi libri sul mondo e sulla natura sono la Storia naturale di Plinio il Vecchio e le Metamorfosi di Ovidio: grandi opere aperte alle notizie del fantastico, del meraviglioso e del mito. Sono quasi tutti libri in volgare: Leonardo non conosce il latino e tenterà di impararlo da solo dopo i quarant'anni, raccogliendo testi di grammatica, retorica e anche vocabolari, per migliorare la lingua e lo stile. Nel giro di pochi anni lo scaffale scientifico e tecnologico si arricchisce di testi di medicina e chirurgia, filosofia, fisica, meccanica, ottica, matematica, geometria. Alcuni «altori» fondamentali sono affrontati con l’aiuto di maestri come Francesco di Giorgio Martini e Luca Pacioli che traducono e spiegano all'amico artista i passi più difficili. La lettura di Vitruvio ispira il celebre disegno dell’Uomo vitruviano (oggi a Venezia) che nasce come contributo visivo al dibattito sulle proporzioni ideali dell’uomo esposte nel De architectura. Euclide e Archimede sono consultati nel tentativo di fondare la scienza della pittura su basi matematiche e di individuare i principi unificanti di tutta la ricerca scientifica (l’ottica, la prospettiva, l’astronomia, la meccanica). Tra i contemporanei l’autore più amato è Leon Battista Alberti, di cui Leonardo conosce gran parte delle opere tecniche e artistiche: il De pictura, il De statua, il De re aedificatoria, i Ludi matematici, il De nave. Leonardo entra in contatto diretto con la nuova rivoluzionaria tecnologia di diffusione dei testi e della cultura, l’invenzione della stampa a caratteri mobili, avviata da Gutenberg in Germania alla metà del Quattrocento e subito diffusa in tutta Europa. Gran parte dei suoi libri è a stampa: incunaboli di formati e tipologie diverse, dalle piccole edizioni popolari, in quarto o in ottavo, di pochi fogli, ai grandi volumi in folio. Tra essi, alcuni dei più preziosi libri illustrati del Rinascimento: il trattato del Valturio, con le immagini delle macchine belliche, il Fasciculo de medicina con le prime illustrazioni scientifiche del corpo umano, la Cosmografia di Tolomeo, il primo libro moderno di geografia con la rappresentazione visiva del planisfero e delle regioni del mondo. Nel proemio al trattato di anatomia, Leonardo paragona le tavole anatomiche del corpo umano, chiamato «mondo minore» e cioè microcosmo, alle carte geografiche di Tolomeo. In molti libri è fondamentale il rapporto tra parola e immagine, ereditato dalla tradizione manoscritta alla fine del Medioevo, l'apparato di immagini è per Leonardo fonte di ispirazione ma anche una sfida ad andare oltre, migliorando la rappresentazione visiva con nuove invenzioni e scoperte (si pensi ai mirabili disegni vinciani di macchine o di parti del corpo umano). L’unità dei linguaggi è al centro del metodo dello scienziato vinciano, sintetizzato dall'espressione «figurare e descrivere». Storia di una riscoperta Fino alla fine del Settecento, Leonardo è conosciuto come pittore e molto di meno come scrittore, scienziato e filosofo. La valorizzazione della sua opera intellettuale e scientifica è quasi tutta moderna ed è avvenuta con il recupero dei suoi manoscritti autografi, rimasti nascosti o poco accessibili. Nel corso del XIX secolo cominciano ad essere pubblicate le prime edizioni: il Libro di pittura dal Codice Urbinate, i codici di Parigi a cura di Charles Ravaisson Mollien, l’ampia antologia dei Literary Writings curata da Jean Paul Richter. Da un lato i codici vinciani sono letti e interpretati secondo la luce deformante del mito del precursore, di un Leonardo autodidatta e omo sanza lettere che avrebbe compreso i segreti della Natura solo grazie al genio sovrumano e alla esperienza diretta dei fenomeni. Dall'altro i filologi cominciano a rinvenire le tracce di un’altra storia, quella di un lungo e ininterrotto rapporto con il mondo dei libri e della parola scritta. A partire da una lista di libri del Codice Atlantico (f. 559r) il bibliofilo marchese Girolamo d’Adda pubblica nel 1873 il primo studio su Leonardo da Vinci e la sua libreria. Nel 1883 Richter nell'ultima sezione della sua antologia riprende il lavoro del d’Adda integrandolo con le aggiunte e correzioni lasciate manoscritte dal marchese. Agli inizi del Novecento, lo studio delle cosiddette ‘fonti’ progredisce grazie alle ricerche di Pierre Duhem (1906-1913) e di Edmondo Solmi (1908-1911). Nel 1939 la grande Mostra leonardesca di Milano dedica un’intera sala alla ricostruzione della biblioteca dello scienziato, esponendo 112 volumi prestati dalle principali biblioteche italiane. Negli anni successivi il medico Elmer Belt costituisce a Los Angeles una raccolta ispirata alla biblioteca di Leonardo, acquistando sul mercato antiquario incunaboli e testi. Dopo gli interventi di Augusto Marinoni, Eugenio Garin, Carlo Dionisotti, nel 1967 la scoperta del Codice di Madrid II rivela ai ff. 2v-3r la più ampia lista di libri compilata da Leonardo. La lista, illustrata da Ladislao Reti, Carlo Maccagni, Carlo Pedretti, Nando De Toni, è integrata nelle più recenti monografie ed edizioni di scritti vinciani e costituisce una importantissima fonte di studi. La ricostruzione virtuale della biblioteca di Leonardo è stata realizzata dal Museo Galileo in collaborazione con la Commissione per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e dei Disegni di Leonardo da Vinci, l’Accademia Nazionale dei Lincei e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel quadro del progetto di ricerca “Scienza, storia, società in Italia. Da Leonardo a Galileo alle ‘case’ dell’innovazione”. BIBLIOGRAFIA D’Adda 1873; Richter 1883; Duhem 1906-1913; Solmi 1908; Solmi 1911; Leonardo 1939; Marinoni 1944-1952; Belt 1949; Garin 1961; Dionisotti 1962; Leonardo 1966; Reti 1968; Heydenreich 1968; Garin 1971; Reti 1972; Reti 1974; Leonardo 1974; Maccagni 1974; De Toni 1977-1978; Pedretti 1977; Bologna-Marinoni 1983; Marinoni 1987; Leonardo 1992; Vecce 2006; Frosini 2006; Villata 2009; Descendre 2010; Kemp-Pagiavla 2014; Marani-Versiero 2015; Marmor 2016; Vecce 2017.